I personaggi dei tuoi romanzi sono deboli? Non abbatterti, puoi rimediare. Devi solo memorizzare quali sono le regole per imparare a creare personaggi credibili, di carisma e di spessore. I protagonisti e i personaggi secondari di un romanzo devono essere costruiti con molta cura. Sfrutta i trucchi del mestiere dello scrittore, impara dai grandi narratori e poi mettiti al lavoro. Non servono schede o esercizi. Metti in pratica queste indicazioni e vedrai che anche tu riuscirai a creare personaggi convincenti e indimenticabili.
«Quando scrive un romanzo, uno scrittore deve creare persone viventi; persone non personaggi. Un personaggio è una caricatura»
E. Hemingway
Come insegnano i grandi scrittori e le importanti scuole di scrittura creativa, i personaggi – persone non cliché – sono la vera sostanza di un romanzo. Gli accadimenti di cui si racconta nei romanzi sono sempre gli stessi, ma un personaggio ben costruito e credibile non sarà mai uguale a un altro. Proprio come accade con le persone reali. Vediamo allora alcuni consigli per scrivere personaggi di un romanzo che si faranno amare. Ti riassumo i punti più importanti che ho imparato studiando i testi degli scrittori più autorevoli. Se poi vorrai approfondire, in fondo al post trovi i testi che ti consiglio di leggere.
Indice
Personaggi intensi, nel bene e nel male
I personaggi di fantasia, l’homo fictus come lo chiama anche lo scrittore James N. Frey nel suo Come scrivere un romanzo dannatamente buono, non possono e non devono mai essere uguali alle persone reali. Perché?
Semplice: una delle ragioni è che tutti siamo affascinanti dall’imprevedibile, del mistero, dalla complessità umana. Ciò che è ordinario, prevedibile e banale annoia. Nessuno vuole leggere di un personaggio piatto e privo di sostanza… No, non dirmi che Stoner di Williams è quindi un’eccezione!
Al contrario, Stoner è la conferma che un personaggio intenso è capace di rendere eclatante un romanzo dove non accade nulla degno di nota. Un personaggio vincente è quello che può rendere un romanzo memorabile. Pensa a figure come Sandokan, Il conte di Montecristo, Rocco Schiavone, Amleto, Don Chisciotte, Miss Marple, Lisbeth Salander, Emma Bovary, Daenerys Targaryen, Rossella O’Hara, Bridget Jones: è proprio nella loro intensità e complessità che si cela il segreto del successo dei romanzi di cui sono protagonisti.
Una questione di complessità
Una delle soddisfazioni maggiori quando mi scrivono per dirmi che hanno apprezzato il mio romanzo, Nessuna Complicazione Sentimentale, è constatare che hanno talmente amato i personaggi da arrivare a considerarli persone reali con le quali vorrebbero potersi confrontare. Per me non c’è riconoscimento migliore.
Quello che vogliono trovare i lettori, ciò che li terrà attaccati alle pagine del tuo libro, è l’intensità e la complessità dei personaggi che si muovono tra le pagine del romanzo. A loro è affidato il compito di dare spessore all’intreccio che stai scrivendo. I personaggi immaginari devono avere passioni intense. Come spiega Frey: “viaggiano di più, combattono di più, amano di più, cambiano di più, fanno più sesso (molto più sesso)”. Hanno più di tutto.
E questo vale tanto nel bene quanto nel male. Pure quando nel libro ci sono personaggi stolti, vigliacchi, noiosi saranno intensi nella loro stoltezza, vigliaccheria e noiosità molto più di quanto possa esserlo una comune persona reale (cosa dicevamo quindi di Stoner?)
Via tutto il superfluo
Ovviamente il personaggio finto deve fare i conti con i limiti di tempo e spazio. Nel romanzo ben costruito la vita stessa del protagonista, seppur nella sua complessità, deve scorrere necessariamente in maniera lineare e snella, priva del superfluo che invece caratterizza e scandisce le giornate di tutti noi persone reali.
Se dovessi scrivere tutto quello che mi accade da quando apro gli occhi al mattino a quando rientro a casa la sera (errore diffuso quando si è alle prime armi), descrivendo sensazioni, emozioni, pensieri e dialoghi, riuscirei a scrivere un romanzo lungo quanto Guerra e Pace che però nessuno leggerebbe mai, a meno di non volere morire di noia.
Quindi, chiediti sempre se quello che stai raccontando – il particolare, l’episodio, il dialogo – è davvero necessario ai fini della storia. Se non lo è, taglialo.
«L’arte dello scrivere è omettere, omettere, omettere»
Robert L. Stevenson
Quello che il lettore deve scoprire o intuire sfogliando le pagine del romanzo e facendo conoscenza con il tuo personaggio, sono le riflessioni, i sentimenti, le paure, i sogni, le motivazioni e gli aspetti del carattere salienti. Ovvero quel mix perfetto che determina il modo in cui affronterà le vicende che lo aspettano lungo l’intreccio che tu hai creato per lui. Il resto è il superfluo che confonde, distrae e annoia.
Personaggi piatti e…
Nel tuo romanzo ci sono i personaggi secondari, quelli che non hanno il potere di coinvolgere il lettore nelle loro vicende. Generalmente mostrano solo una o due caratteristiche necessarie al contesto dentro i cui confini si muovono. Sono personaggi divertenti oppure tristi, buffi oppure avidi, scortesi oppure vigliacchi, tutto dipende dal ruolo che gli hai affidato. Su di loro però non ti soffermerai a evidenziare quello che si nasconde nella profondità dell’animo. Le paure, le motivazioni, i dubbi, i desideri, i conflitti interiori sono caratteristiche irrilevanti. Che invece diventano essenziali e devono invece emergere nei personaggi principali. Il problema nasce quando per descrivere i personaggi ci si concentra semplicemente sulle caratteristiche fisiche (come direbbe un grande vicequestore della narrativa: esticazzi…).
«La descrizione inizia nell’immaginazione dello scrittore, ma dovrebbe finire in quella del lettore»
Stephen King
…personaggi a tutto tondo
Invece i personaggi principali di un romanzo, eroe e antieroe – il cattivo, l’antagonista –, dovrebbero essere personaggi complessi, i cosiddetti personaggi a tutto tondo, che sono difficili da etichettare con un aggettivo. Impossibile ridurli a una sola caratteristica perché la loro complessità è generata da un’interiorità ricca di sfumature, a volte anche contradditoria. Sono mossi da motivazioni complesse, vivono di passioni intense. E anche quando sono cattivi, nel loro animo rivelano sofferenze e cicatrici che provengono dal passato. Ricorda: per il lettore è importante avere la sensazione che il personaggio esista da prima dell’inizio del romanzo e questo è possibile solo se il personaggio porta con sé un vissuto.
Conosci davvero i personaggi del tuo romanzo?
Per scrivere un bel romanzo di successo devi partire dalla costruzione di personaggi intensi e veri. E perché siano tali, tu devi conoscerli a fondo, conoscere la loro storia, le loro delusioni, i sogni, le frustrazioni, i segreti inconfessabili, le debolezze anche se magari non ne parlerai mai in maniera approfondita. Perché questo è il bagaglio dei tuoi personaggi, è ciò ti permette di di farli vivere pensare, parlare e agire in un modo credibile e coerente con la loro persona. Ecco perché prima di cominciare a scrivere un romanzo devi accertarti di conoscere ogni intimo anfratto dell’animo dei tuoi personaggi. Questa è la strada per conquistare i tuoi lettori.
Quanto contano le caratteristiche fisiche di un personaggio?
Quando prima ho accennato alle caratteristiche fisiche del personaggio, ho fatto dell’ironia sull’uso improprio di queste informazioni. Quando dico che è necessario conoscere a fondo il proprio personaggio, intendo che bisogna conoscerlo alla perfezione dentro e fuori. Facciamo un esempio. Il tuo protagonista è un adulto tormentato e incapace di relazionarsi con altre persone perché da bambino è stato vittima di bullismo per via del suo aspetto? Ecco che descrivere la sua postura ingobbita oppure raccontare dell’attenzione che dedica alle sue lenti a contatto per non dover indossare più gli occhiali spessi che portava da bambino, sono particolari che assumono una valenza importante. Per definire un personaggio a tutto tondo è necessario dunque comprendere anche l’influenza che l’aspetto estetico ha sul suo carattere e sulle scelte di vita.
Scava fino alle origini
Altra cosa importante per definire e rendere credibile un personaggio è immaginare le sue origini. Questo non significa doverle raccontare per filo e per segno. Se però tu mentre immagini il personaggio protagonista del tuo libro pensi a dove è cresciuto, a che tipo di educazione ha ricevuto, al genere di amici che ha frequentato, alle passioni che ha coltivato e così via, otterrai informazioni importanti per modellare la sua persona in maniera credibile. E all’occorrenza ti accorgerai che piccoli dettagli del suo background troveranno il modo di emergere anche durante la scrittura del libro.
Serve un po’ di psicologia
Il terzo elemento che dà spessore al tuo personaggio è l’aspetto psicologico. Se sei abituato a raccogliere gli sfoghi degli amici, a cercare di scoprire le ragioni dei comportamenti delle persone, a studiare come un ricercatore di laboratorio più che a emettere sentenze come un giudice, allora questo compito non ti sarà difficile. Altrimenti, dovrai fare un po’ di allenamento e cercare di ascoltare con interesse i problemi degli altri, provare a osservare con curiosità i comportamenti altrui, e aprirti a prospettive nuove. Studiare la natura umana è fondamentale se vuoi raccontare la natura umana, non pensi?
La vita è una continua ispirazione
Guarda i personaggi di Peyton Place – ho dedicato un post a questo e altri romanzi che raccontano con maestria le sfaccettature, non sempre nobili, dell’animo umano -, sono un esempio grandioso di romanzo di successo popolato da personaggi che sembrano reali. Come ci si riesce? La sua autrice, Grace Metalious, allora spiegò che si era ispirata alle persone che vivevano nel suo paese. Ovviamente si fece molti nemici, ma in compenso scrisse un romanzo dal successo planetario. Vuoi provarci anche tu?
Stendi la bio dei personaggi
Sono molti gli scrittori e gli insegnanti titolari di corsi di scrittura creativa che raccomandano agli scrittori principianti di trattenersi dallo scrivere il primo romanzo se prima non si è stesa una biografia dei personaggi principali. Può sembrare un suggerimento un po’ scolastico, ed effettivamente lo è. Ma non si diventa Stephen King da un giorno all’altro (sì, lo so, non lo si diventa nemmeno dopo decenni e faldoni di biografie di personaggi). Fidati, questo è un ottimo sistema per non commettere errori e per creare personaggi che hanno caratteristiche differenti tra loro. Non solo: avere un bio approfondita dei tuoi personaggi ti aiuterà a capire in quel modo reagiranno alle diverse situazioni, stimoli, ostacoli e imprevisti che tu seminerai lungo il loro cammino.
Manuali di scrittura creativa
Ti segnalo la lettura di libri utili per migliorare la propria tecnica di scrittura, per imparare a creare storie efficaci con personaggi convincenti e anche per togliersi qualche dubbio o colmare lacune scavate tra i banchi si scuola.
- Un classico consigliato anche da Stephen King è il pratico manuale Elementi di stile nella scrittura di William Jr. Strunk: tra le altre cose chiarisce dubbi sulla punteggiatura; fa pulizia nella forma mettendo ordine tra corsivi, D eufoniche e accenti; e porta un po’ di luce su molte questioni di stile dall’incipit al POV (il punto di vista della voce narrante).
- Come non leggere On writing di Stephen King? A parte il fatto che leggere King è sempre un piacere, in questo caso tra aneddoti, ricordi dell’infanzia e narrazioni autobiografiche, si possono collezionare pillole di saggezza sulla scrittura creativa.
- Come scrivere un romanzo dannatamente buono di James N. Frey invece ti guiderà passo dopo passo nella scrittura di un romanzo, ponendo l’attenzione sull’importanza della premessa, sulla modulazione del conflitto, sulla cura della prosa, con anche utili indicazioni su come scrivere i dialoghi tra i personaggi di un romanzo.